Aree Protette Gestite dalla Città Metropolitana di Roma Capitale
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La mappa rappresenta le zone di territorio in cui ricadono le aree protette denominate MONTE CATILLO, MONTE SORATTE, NOMENTUM e GATTACECA (L.R. 29/97), la cui gestione è affidata alla Città Metropolitana di Roma Capitale. Sono inoltre visibili, a corredo della rappresentazione grafica: il sistema idrografico della città metropolitana, della viabilità stradale e ferroviaria, i toponimi e, a differenti rappresentazioni di scala, l'orografia e l'urbanizzato.
Il territorio della Città Metropolitana di Roma è caratterizzato da una grande varietà di ambienti paesaggistici, caratterizzati da biodiversità di particolare rilievo ed interesse, sia nell’ambito floristico che faunistico. Tale patrimonio naturale, rappresentante circa il 20,9% di tutte le aree naturali nazionali, è costituito anche da porzioni di territorio, istituite dalla Regione Lazio, e denominate: Aree Naturali Protette Regionali.
La Città Metropolitana di Roma ha ottenuto la gestione diretta di cinque Aree Protette. Tale gestione avviene attraverso una responsabile attività di programmazione, pianificazione e regolamentazione, avente come obiettivo la salvaguardia del patrimonio naturale in un’ottica di ecosostenibilità. Tale obiettivo viene inoltre perseguito tramite il rilascio di autorizzazioni ed interventi agroforestali, nel rispetto della morfologia territoriale, nonché attraverso una attenta attività di informazione, educazione e sensibilizzazione della collettività amministrata.
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Autorità di Bacino che ricadono nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale
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La mappa rappresenta i limiti dei bacini idrografici delle Autorità di Bacino. In particolare: l’Autorità di Bacino Regionale del Lazio, l'Autorità di Bacino del Tevere e l'Autorità di Bacino Liri-Garigliano, con le relative classificazioni del rischio e della pericolosità idraulica e franosa.
ll Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) ha come obiettivo la creazione di un assetto del bacino tendente a minimizzare i possibili danni connessi a rischi idrogeologici. Fornisce, inoltre, un quadro di conoscenze e di regole atte a dare sicurezza alle popolazioni, agli insediamenti, alle infrastrutture, alle attese di sviluppo economico ed in generale agli investimenti nei territori del bacino.
Il P.A.I., in quanto premessa alle scelte di pianificazione territoriale, individua i meccanismi di azione, l'intensità, la localizzazione dei fenomeni estremi e la loro interazione con il territorio, attraverso una classificazione in livelli di pericolosità e di rischio.
Il P.A.I. si configura inoltre come lo strumento di pianificazione territoriale attraverso il quale l’Autorità di Bacino si propone di determinare un assetto territoriale che assicuri condizioni di equilibrio e compatibilità tra le dinamiche idrogeologiche e la crescente antropizzazione del territorio al fine di ottenere la messa in sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti , garantendo uno sviluppo compatibile con le attività future.
Il P.A.I. persegue il miglioramento dell’assetto idrogeologico del bacino attraverso interventi strutturali (a carattere preventivo e per la riduzione del rischio) e disposizioni normative per la corretta gestione del territorio, la prevenzione di nuove situazioni di rischio, l’applicazione di misure di salvaguardia in casi di rischio accertato.
Il P.A.I. è quindi lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale l’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio individua, nell’ ambito di competenza, le aree da sottoporre a tutela per la prevenzione e la rimozione delle situazioni di rischio, sia mediante la pianificazione e programmazione di interventi di difesa, sia mediante l’emanazione di norme d’uso del territorio.
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Piano Territoriale Paesistico Regionale - Tavola A - Sistemi ed ambiti del paesaggio
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Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale è lo strumento di pianificazione attraverso cui, nel Lazio, la Pubblica Amministrazione disciplina le modalità di governo del paesaggio, indicando le relative azioni volte alla conservazione, valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.
Il PTPR riconosce il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita della collettività e ne promuove la fruizione informandosi a principi e metodi che assicurino il concorso degli enti locali e l'autonomo apporto delle formazioni sociali, sulla base del principio di sussidiarietà.
Il PTPR sviluppa le sue previsioni sulla base del quadro conoscitivo dei beni del patrimonio naturale, culturale e del paesaggio della Regione Lazio, esso è redatto sulla
C.T.R. 1:10.000 della Regione Lazio volo anni 1989-1990.
Il PTPR si configura quale piano urbanistico territoriale con finalità di salvaguardia dei valori paesistico-ambientali ai sensi dell' art. 135 del D.lvo 42/2002 (ex art.1 bis della legge 431/85) che detta disposizioni riferite all' intero territorio regionale.
Con riferimento all' assetto del governo del territorio, definito dalla legge urbanistica regionale, il PTPR si pone inoltre quale strumento di pianificazione territoriale di settore, ai sensi degli articoli 12, 13 e 14 della L.r.38/99, che costituisce integrazione, completamento e specificazione del Piano Territoriale Generale Regionale (PTGR).
Il PTPR ha efficacia nelle zone vincolate (beni paesaggistici) ai sensi degli articoli 134 del D.lvo 42/2002 (ex legge 431/85 e 1497/39). In tali aree il piano detta disposizioni che incidono direttamente sul regime giuridico dei beni e che prevalgono sulle disposizioni incompatibili contenute nella strumentazione territoriale e urbanistica.
I "Sistemi ed ambiti di paesaggio" – tavole A, contengono l'individuazione territoriale degli ambiti di paesaggio, le fasce di rispetto dei beni paesaggistici, le aree e punti di visuale, gli ambiti di recupero e valorizzazione del paesaggio. I Sistemi ed ambiti di paesaggio hanno natura prescrittiva.
Il PTPR, ai sensi dell'art. 135 del Codice e dell'articolo 22 comma 3 della l.r.24/98 ha individuato per l'intero territorio regionale gli ambiti paesaggistici, di seguito denominati paesaggi, definiti in relazione alla tipologia, rilevanza e integrità dei valori paesaggistici presenti.
La individuazione dei sistemi di paesaggio è basata sull'analisi conoscitiva delle specifiche caratteristiche storico-culturali, naturalistiche ed estetico percettive ed è riconducibile alle tre configurazioni fondamentali del:
a) SISTEMA del PAESAGGIO NATURALE E SEMINATURALE costituito dai Paesaggi caratterizzati da un elevato valore di naturalità e seminaturalità in relazione a specificità geologiche, geomorfologiche e vegetazionali;
b) SISTEMA del PAESAGGIO AGRARIO costituito dai Paesaggi caratterizzati dalla vocazione e dalla permanenza dell'effettivo uso agricolo;
c) SISTEMA del PAESAGGIO INSEDIATIVO costituito dai Paesaggi caratterizzati da processi di urbanizzazione recenti o da insediamenti storico-culturali;
I sistemi del paesaggio sono determinati sulla base del principio di prevalenza e si articolano al loro interno in ulteriori paesaggi secondo lo schema sotto riportato.
Il PTPR individua inoltre nelle Tavole A - sistemi ed ambiti di paesaggio - gli "ambiti di recupero e valorizzazione". In tali ambiti, in tutti paesaggi, possono essere attivati, con gli strumenti di cui all'articolo 55 delle presenti norme, progetti per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione del paesaggio regionale considerati prioritari ai sensi dell'articolo 143 del codice.
Il PTPR individua altresì nelle tavole A - sistemi ed ambiti di paesaggio - le "aree o punti di visuale"; in tali aree per tutti i paesaggi, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 49, comma 3 delle presenti norme.
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Piano Territoriale Paesistico Regionale - Tavola B - Beni paesaggistici
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Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale è lo strumento di pianificazione attraverso cui, nel Lazio, la Pubblica Amministrazione disciplina le modalità di governo del paesaggio, indicando le relative azioni volte alla conservazione, valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.
Il PTPR riconosce il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita della collettività e ne promuove la fruizione informandosi a principi e metodi che assicurino il concorso degli enti locali e l'autonomo apporto delle formazioni sociali, sulla base del principio di sussidiarietà.
Il PTPR sviluppa le sue previsioni sulla base del quadro conoscitivo dei beni del patrimonio naturale, culturale e del paesaggio della Regione Lazio, esso è redatto sulla
C.T.R. 1:10.000 della Regione Lazio volo anni 1989-1990.
Il PTPR si configura quale piano urbanistico territoriale con finalità di salvaguardia dei valori paesistico-ambientali ai sensi dell' art. 135 del D.lvo 42/2002 (ex art.1 bis della legge 431/85) che detta disposizioni riferite all' intero territorio regionale.
Con riferimento all' assetto del governo del territorio, definito dalla legge urbanistica regionale, il PTPR si pone inoltre quale strumento di pianificazione territoriale di settore, ai sensi degli articoli 12, 13 e 14 della L.r.38/99, che costituisce integrazione, completamento e specificazione del Piano Territoriale Generale Regionale (PTGR).
Il PTPR ha efficacia nelle zone vincolate (beni paesaggistici) ai sensi degli articoli 134 del D.lvo 42/2002 (ex legge 431/85 e 1497/39). In tali aree il piano detta disposizioni che incidono direttamente sul regime giuridico dei beni e che prevalgono sulle disposizioni incompatibili contenute nella strumentazione territoriale e urbanistica.
Le tavole B "Beni del paesaggio" e i relativi repertori, contengono la descrizione dei beni paesaggistici di cui all'art. 134 comma 1 lettere a), b) e c) del Codice, tramite la loro individuazione cartografica con un identificativo regionale e definiscono le parti del territorio in cui le norme del PTPR hanno natura prescrittiva. Le tavole B non individuano le aree tutelati per legge di cui al comma 1 lettera h) dell'art. 142 del Codice: "le aree interessate dalle università agrarie e le zone gravate da usi civici" disciplinati nell'art. 11 della Lr 24/98; in ogni caso anche in tali aree, ancorché non cartografate, le norme del PTPR hanno natura prescrittiva.
Le tavole B, "Beni paesaggistici" - sono parte integrante del PTPR, ne seguono la procedura approvativa e costituiscono elemento probante la ricognizione e la individuazione delle aree tutelate per legge di cui all'art. del Codice nonché conferma e rettifica delle perimetrazioni delle aree sottoposte a vincolo ai sensi dell'art. 134 lettera a) del Codice. E' fatta salva la loro individuazione, modifica ed integrazione effettuata ai sensi delle disposizioni dell'articolo 26 della l.r. 24/98 e 15 delle presenti norme.
Le Tavole B ed i repertori contengono inoltre la segnalazione di eventuali contenziosi in atto ed i relativi provvedimenti giurisdizionali assunti ovvero gli estremi delle sentenze passate in giudicato. In tale ultimo caso le perimetrazioni dei provvedimenti annullati non sono individuate nelle Tavole B.
Le Tavole B ed i repertori contengono inoltre, ai sensi dell'art 143 comma 5 lett. b) del codice, la individuazione delle aree gravemente compromesse o degradate nelle quali la realizzazione degli interventi effettivamente volti al recupero ed alla riqualificazione non richiede il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica; l'entrata in vigore delle disposizioni del presente comma è subordinata all'approvazione del PTPR con l'intesa di cui all'articolo 143 comma 3 del Codice nonché all'approvazione degli strumenti urbanistici adeguati al piano paesaggistico, ai sensi dell'articolo 145 del Codice e dell'art.
27.1 della lr 24/98".
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Sistema Aree Protette che ricadono nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale
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Insieme al sistema delle aree protette già istituite della Città Metropolitana di Roma Capitale o in regime transitorio di salvaguardia, vengono visualizzate tutte le zone di interesse naturalistico segnalate a vari livelli (comunitario, nazionale e regionale) e le oasi del WWF presenti all'interno del territorio metropolitano.
Le aree protette, nella loro complessità e varietà, tutelano la biodiversità e promuovono lo sviluppo sostenibile dei territori, attraverso lo studio e la conservazione di specie ed ecosistemi, il recupero e la valorizzazione degli ambienti naturali e le ricchezze storiche, culturali e antropologiche e la realizzazione iniziative e programmi per la sensibilizzazione e il coinvolgimento dei fruitori (corsi di educazione ambientale, iniziative di turismo naturalistico e didattico).
Viene così a delinearsi un nuovo modo di intendere le aree protette, che vengono così viste non come riserve separate dal resto del mondo, ma come realtà capaci di reinterpretare i servizi alla popolazione, orientandoli verso nuove funzioni di aggregazione e attività culturale, alla continua ricerca di una migliore qualità della vita, sia per le generazioni attuali che per quelle future.
La Regione Lazio ha sviluppato nel tempo un vasto insieme di aree protette regionali che, a fianco di quelle istituite dallo Stato, dà luogo ad un sistema ampio e articolato, a tutela del grande patrimonio di biodiversità che il Lazio racchiude.
Oltre alla natura, i parchi e le riserve regionali , le aree protette tutelano anche un ricco patrimonio storico e culturale e favoriscono la permanenza delle attività agricole, forestali e artigianali tradizionali.
La gestione delle Aree naturali protette regionali è affidata a Enti regionali, Province e Città Metropolitana di Roma Capitale, Consorzi tra Comuni e singoli Comuni.
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Tutela delle Acque
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L’inquadramento territoriale delle misure di salvaguardia adottate per la tutela delle risorse idriche nel bacino del Tevere, bacino dei fiumi Liri - Garigliano e Volturno e bacini regionali del Lazio. Vengono riportate le aree di salvaguardia che sono state individuate, adottate o il cui iter è ancora in corso. Corridoi fluviali del Tevere e dell' Aniene; Studio idrogeologico organico dei sistemi acquiferi dei Colli Albani e dei Monti Sabatini, elaborato congiuntamente dall'Autorità dei Bacini Regionali (ABR) e dall'Autorità di Bacino del fiume Tevere(ABT). dall'Autorità di Bacino del fiume Liri Garigliano(ABLG).
Aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano, individuate nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale e comprese nel Piano di Tutela delle Acque Regionale(PTAR)
L’aggiornamento del PTAR è stato approvato con la delibera della Giunta Regionale – numero 819 del 28/12/2016. e ha due obiettivi principali:
- perseguire il mantenimento dell’integrità della risorsa idrica compatibilmente con gli usi della stessa e delle attività socio-economiche delle popolazioni del Lazio, attraverso l’adozione di tutte le misure necessarie alla tutela quantitativa e qualitativa del sistema idrico;
- conseguire livelli di qualità delle acque che non producano impatti o rischi per la salute umana e per l’ambiente, garantendone un uso sostenibile a tutela delle future generazioni.
Il Piano di Tutela delle Acque Regionale (PTAR) costituisce un piano stralcio di settore di Bacino e rappresenta lo strumento dinamico attraverso il quale ciascuna Regione, avvalendosi di una costante attività di monitoraggio, programma e realizza a livello territoriale, gli interventi volti a garantire la tutela delle risorse idriche e la sostenibilità del loro sfruttamento, compatibilmente con gli usi della risorsa stessa e delle attività socio-economiche presenti sul proprio.
Il territorio della regione Lazio ricade nel Distretto Idrografico dell'Appennino Settentrionale, in quello Centrale ed in quello Meridionale.
I Piani di gestione, sono attualmente in fase di aggiornamento. Per quanto riguarda il Lazio, il Piano di Gestione che interessa la maggiore superficie territoriale è quello del Distretto Idrografico Centrale (PGDAC) il quale costituisce il principale riferimento per la redazione dell'aggiornamento del PTAR.
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